L'articolo prende lo spunto dall'orientamento che Giorgio Fuà assunse nell'interpretazione dello sviluppo economico italiano a partire dalla fine degli anni '60. Il modello suggerito dalla storia delle economie dei paesi a sviluppo antico non poteva valere necessariamente per un paese a sviluppo recente come l'Italia, che invece imboccò un percorso suo proprio. Dagli anni '70 il più importante motore dello sviluppo italiano è rappresentato dai distretti industriali, costituiti da imprese piccole e altamente specializzate; uno sviluppo principalmente concentrato nelle aree del Nord Est Centro (Nec) Italia. Il secondo stadio dello sviluppo nel modello di Fuà vede emergere imprese più organizzate. Le tendenze più recenti paiono confermare le idee di Fuà. Una nuova ricerca avviata negli anni '90 da Mediobanca e Unioncamere getta luce sulle medie imprese localizzate nelle aree distrettuali le quali appaiono come i soggetti di maggior successo nell'industria manifatturiera.
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