L'onnipotenza creatrice divina è un "momento" interno della Bontà infinita, perciò la creazione dell'uomo ha il carattere di una chiamata alla comunione con Dio. Ciò fa sì che la creatura umana abbia un'eminente dimensione relazionale. L'espressione biblica "immagine di Dio" mostra che l'uomo "allude" a qualcosa di diverso da sé e che non può essere compreso adeguatamente se non in riferimento a Dio, più che nei suoi costitutivi ontologici. La condizione relazionale della creatura umana si mostra nel suo carattere di essenziale apertura: "aperta" a Dio, il che implica riferimento all'assoluto, e "aperta" al mondo, alle altre creature e alla comunione con gli altri. Questa prospettiva si è indebolita con il pensiero "ontologico" di tipo "sostanzialista" e, di conseguenza, le questioni riguardanti il rapporto con gli altri, soprattutto quelle relative alla conoscenza, sono diventate problemi insolubili.
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