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J. E. Harrison e i "Ritualisti di Cambridge": la riscoperta del "primitivo"

  • Autores: Lucio Bertelli
  • Localización: Itaca: quaderns catalans de cultura clàsica, ISSN 0213-6643, Nº. 21, 2005 (Ejemplar dedicado a: Classicisme i anticlassicisme com a necessitats intel.lectuals), págs. 111-138
  • Idioma: italiano
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  • Resumen
    • italiano

      Nel nuovo orientamento degli studi classici provocato dall'antropologia inglese negli anni '80-90 dell'Età Vittoriana (J.G. Frazer, A. Lang, R.R. Marrett), J.E. Harrison rappresenta un caso del tutto particolare sia per le istanze metodologiche sia per l'influenza esercitata dalla sua personalità e dai suoi studi. Il tentativo da lei messo in opera di unire la lettura e l'uso delle testimonianze archeologiche con la tradizione letteraria in una prospettiva antropologica che si avvaleva sia delle ricerche anglosassoni sia di quelle francesi, dava un nuovo indirizzo alla storia delle religioni e più in generale all'interpretazione della cultura greca arcaica. L'originalità dei suoi studi e la sua forte personalità riuscirono ad influenzare anche giovani collaboratori - G. Murray e F.M. Cornford - i quali estesero in modo personale il metodo della Harrison rispettivamente alla letteratura greca delle origini e al tema della nascita della filosofia in Grecia, rinnovando un quadro di studi per un verso statico (la letteratura greca come momento supremo del classico), per un altro soltanto biografico (la storia della filosofia come successione di grandi figure filosofiche). Il sodalizio del gruppo che solo recentemete ha acquisito la denominazione di "ritualisti di Cambridge", non ebbe lunga vita, ma nei venticinque anni in cui fu attivo elaborò teorie ed opere che, in primo tempo contestate, sulla distanza lasciarono un'eredità riscoperta dagli anni '60 in poi dall'applicazione delle metodologie antropologiche ai problemi della cultura antica.

    • English

      In the new orientation of classical studies brought on by English anthropology in the years 80-90 of the Victorian Age (J.G. Frazer, A. Lang, R.R. Marrett), J.E. Harrison represents a very peculiar case both because of her methodological requests and because of the influence exerted by her personality and her work. Her attempt to join the reading and the employment of archaeological evidence with the literary tradition from an anthropological perspective that took advantage of both Anglo-Saxon and French research, gave a new turn to the history of religions and more generally to the interpretation of the archaic Greek culture. The originality of her study and her strong personality succeeded in influencing also some young collaborators - G. Murray and F.M. Cornford - who expanded in a personal way Harrison's method to cover respectively the Greek literature of the origins and the beginning of philosophy in Greece. With this move, they renovated a research that was on the one hand static (Greek literature as a supreme moment of the classical), on the other hand only biographical (the history of philosophy as a succession of great philosophical figures). The association of this group, which acquired the denomination "Cambridge ritualists" only recently, was not long-lived, but in their twenty-five years of activity they elaborated theories and works that, although at first they were contested, in the long run left an inheritance rediscovered from the sixties on by the application of anthropological methodologies to the problems of ancient culture.


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