Tra XVI e XVIII secolo gli ebrei stanziati nello Stato Pontificio riuscirono a tramandare le proprie attività nelle città "senza ghetto", da cui erano stati espulsi nel 1569 da papa Pio V, e dove il potere centrale non permetteva di ricostruire una stanzialità ebraica permanente. Durante questi due secoli l'Inquisizione romana concesse agli ebrei di tornare nelle terre di espulsione solo per partecipare alle fiere stagionali. Tuttavia, molte città autorizzarono gli ebrei a trattenersi anche dopo il termine delle fiere per favorire la continuità dei loro commerci. Oppure, furono gli stessi ebrei a evadere i divieti pontifici approfittando della distanza da Roma e quindi di un controllo non sempre vigile da parte degli inquisitori centrali. In alcuni casi furono capaci di ricostruire una presenza duratura fino alla fine del XVIII secolo.
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