La devolution scozzese ha contribuito in misura determinante alla definizione nel nord della Gran Bretagna di un ordinamento substatale che si articola attraverso i tre fondamentali poteri pubblici. Sotto l’egida di un forte partito nazionalista attualmente al governo, questa peculiare formula di autogoverno gode di profondi collegamenti con le diverse componenti della società civile e ha sensibilmente ridimensionato quella condizione di deficit partecipativo che è il cruccio dei governanti britannici. L’ultimo atto di tale vasto processo di trasferimento di funzioni costituzionali e di revival identitario, che i nazionalisti ravvisano nell’indipendenza dal Regno Unito, formerà l’oggetto di un referendum autodeterminativo di prossima indizione (autunno 2014). L’articolo analizza tali passaggi, ipotizzando che la vasta mobilitazione dell’opinione pubblica scozzese e britannica sul tema del nesso devolution-indipendenza comporterà comunque, come già si osserva da tempo, il superamento della tradizionale flessibilità della Constitution di matrice inglese.
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