The article considers how the portrait of the dummy-women in Our Goddess (Nostra Dea), the best known Bontempelli’s play, is the forerunner of how to represent the female figure in the current means of mass communication: in particular, in the television show, in video clips and advertising. In Our Goddess the identity of the protagonist is determined by the appearance and function of the costume or clothing she wears. Because every time she changes dress, Goddess’ personality changes too, the male protagonist, Volcano, remains puzzled and confused. The work is examined here as a tragicomic allegory of the male figure and his disguised commitment to control-domain the woman — a commitment perpetrated up to our times.
— despite the apparent feminist aperture of the author Bontempelli.
Nell’articolo si considera come il ritratto della donna manichino di Nostra Dea, l’opera teatrale più nota di Massimo Bontempelli, sia precursore del modo di rappresentare la figura femminile negli attuali mezzi di comunicazione di massa: e, in particolare nello spettacolo televisivo, nei video-clip e nella pubblicità. In Nostra Dea l’identità della protagonista è determinata dall’apparenza e dalla funzione del costume o dell’abbigliamento che indossa. Poiché ogni volta che cambia abito, Dea cambia personalità, il protagonista maschile, Vulcano, rimane spiazzato e confuso. L’opera qui viene esaminata come allegoria tragicomica della figura maschile e del suo impegno camuffato di controllo-dominio femminile — che si perpetra fino ai giorni nostri —, nonostante l’apparente apertura femminista del suo autore.
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