Ayuda
Ir al contenido

Dialnet


Naxos e Taormina. Ricerche antiche e recenti

  • Autores: Paola Pelagatti
  • Localización: Bollettino d'arte, ISSN 0391-9854, Vol. 96, Nº. 10, 2011, págs. 9-16
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      The antefix presented in M. Lentini’s article brings to mind the clay moulds that Paolo Orsi saw more than a century ago at Taormina in the collection of the medical doctor, Salvatore Cacciola. This collection comprised archaeological finds mostly from Naxos unearthed at the end of the ninetenth century on a family estate.

      The article describes the circumstances that led Orsi to know of and appreciate Dr. Cacciola’s collection, which had grown as a result of the doctor’s first wife, Englishwoman Florence Trevelyan’s interest in Taorminian antiquities as well as seventeenth– and eighteenth–century Italian maiolica, fashionable at the time.

      Orsi tried to propose that Cacciola cede a selection of his best finds to the State, but he obtained only one of the inscribed tablets as administrative records (tavole finanziarie), today exhibited in the Antiquarium near the theatre. In fact, the doctor’s collection was sold and dispersed upon his death, though Orsi did manage to secure for the Museum in Siracusa six of the maiolica vases, whose importance he had understood and which he would have liked to have had an expert examine (see Appendix for a description).

      Going back to the semi–elliptical clay mould with the figure of the «Sileno accoccolato che si regge il membro eretto» (crouching Silenus holding his erect member), defined by Orsi in October 1911 as «un bel pezzo arcaico» (a nice archaic piece), it seemed even in the 1980s altogether singular within the Island’s artistic panorama, so much so that the author was inclined to doubt its authenticity and believe it a fake produced for the flourishing commercial antiquities market in Taormina, especially given the nature of the figure depicted.

      However, the recent discovery at the Naxos excavation called, on the one hand, for a re–evaluation of the object itself — and therefore regret for its loss — and, on the other, appreciation of the critical acumen of the archaeologist from Rovereto who recorded it in one of his notebooks, today precious evidence for those who know to examine them to seek confirmation of new findings.

    • italiano

      In relazione all’antefissa presentata nell’articolo di M. Lentini, si ricorda una matrice fittile vista più di un secolo fa a Taormina da Paolo Orsi nella raccolta del medico Salvatore Cacciola, formata in larga misura da reperti provenienti da Naxos e rinvenuti alla fine dell’Ottocento in un terreno di proprietà della famiglia del collezionista.

      Viene descritta la circostanza che portò l’Orsi a conoscere e valutare la raccolta Cacciola, incrementata anche con reperti di antichità taorminesi e una serie di maioliche italiane del Sei e Settecento, all’epoca molto in voga, grazie agli interessi della prima moglie del medico, l’inglese Florence Trevelyan.

      Orsi aveva già tentato di proporre al Cacciola di cedere allo Stato una scelta dei suoi migliori reperti, ma ne ottenne soltanto una di quelle “tavole finanziarie” iscritte oggi esposte nell’Antiquarium presso il Teatro.

      Alla morte del medico la raccolta venne dispersa e venduta, ma Orsi riuscì ad assicurare al Museo di Siracusa sei dei vasi in maiolica di cui aveva intuito l’importanza e che avrebbe voluto esaminati da un esperto, qui descritti in Appendice.

      Ma tornando alla matrice fittile semiellittica con figura di “Sileno accoccolato che si regge il membro eretto” e definita da Orsi nell’ottobre 1911 come “un bel pezzo arcaico”, essa ancora negli anni Ottanta del Novecento appariva del tutto singolare nel panorama artistico dell’isola, tanto da aver indotto l’Autrice a dubitare della sua autenticità e a crederla un falso prodotto a scopi commerciali per il fiorente mercato antiquario taorminese anche in virtù del soggetto raffigurato.

      Ma la recente scoperta avvenuta negli scavi di Naxos ha spinto da un lato a rivalutare l’oggetto in sé deprecandone la perdita, e dall’altro a cogliere l’acutezza critica dell’archeologo roveretano che ne lasciò traccia in uno dei suoi Taccuini, a preziosa testimonianza per chi oggi li sa compulsare per trovare conferme ai nuovi ritrovamenti.


Fundación Dialnet

Dialnet Plus

  • Más información sobre Dialnet Plus

Opciones de compartir

Opciones de entorno