Tra le sculture provenienti da Villa d’Este a Tivoli un posto di rilievo ha da sempre goduto la statua della cosiddetta “Pandora”, posta ad ornamento di una delle sue celebri fontane.
Il riesame delle descrizioni che la riguardano, delle immagini e dei documenti d’archivio relativi al suo restauro, avvenuto alla metà del XVIII secolo dopo il suo ingresso nel Museo Capitolino, ha permesso di fare luce sull’aspetto originario della statua. Lo scultore romano Bartolomeo Cavaceppi, infatti, decise di sostituire la testa moderna inserita nel XVI secolo, con una testa antica presente nelle collezioni capitoline, ritenuta più appropriata. Della testa originaria, di cui si erano perdute le tracce, è possibile proporre ora l’identificazione con un esemplare presente nelle collezioni capitoline. Nello stesso tempo, sulla base della documentazione nota relativa agli artisti operanti nel sesto decennio del XVI secolo per il cardinale Ippolito II d’Este, si suggerisce l’attribuzione della testa della “Pandora” allo scultore toscano Valerio Cioli, che con il padre Simone - stando al Vasari – ebbe l’incarico di restaurare le più belle tra le sculture antiche di proprietà del porporato.
The so–called “Pandora”, which used to decorate one of the celebrated fountains in the Villa d’Este, always stood out among the statues that came from the villa in Tivoli.
A re–examination of the restoration, carried out when the “Pandora” entered the Capitoline Museum in the middle of the eighteenth century, allowed new light to be shed on the statue’s original aspect. In fact, it was then that the Roman sculptor Bartolomeo Cavaceppi decided to substitute the modern sixteenth–century head with an ancient head – considered more appropriate – from the Capitoline collection. Today, the original, of which all trace had disappeared, has been found in the Capitoline collections. At the same time, based on documentation regarding the artists working for Cardinal Ippolito d’Este in the 1560s, it is possible to attribute the original head of the “Pandora” to the Tuscan sculptors Valerio Cioli, and his father Simone — cited by Vasari — who were commissioned to restore the most beautiful of the antique statues belonging to the Cardinal.
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