Davide Dossi, nel presentare le sue nuove ipotesi attributive, parte da una considerazione generale ormai accertata che vede nelle due maggiori botteghe venete della seconda metà del Cinquecento , quella di Felice Brusasorci e quella di Paolo Farinati, le matrici di una serie di disegni da invenzioni dei grandi maestri, destinati a modelli per i giovani artisti. L’autore ritiene che un dipinto raffigurante la figura di una Imperatrice di cui trova un disegno analogo siano opera, l’uno e l’altro, di uno stesso artista ovvero l’allievo del Brusasorci Pasquale Ottino alle sue prime armi. L’ipotesi è confermata dal confronto stilistico con altre opere e disegni dell’Ottino. Al suo catalogo attribuisce, infine, il bel dipinto del Museo di Nantes raffigurante una Giuditta già attribuita a Cristofano Allori.
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