Resumen de Reconstructing the Monastic Choir Books of San Sisto in Piacenza
Nella seconda metà del XV secolo una serie di corali lussuosamente miniati fu commissionata per il monastero benedettino di San Sisto a Piacenza e fu verosimilmente completata in un considerevole periodo di tempo e con grande spesa. Formata da 14 volumi e comprendente i graduali e gli antifonari necessari per la celebrazione della messa e dell’ufficio divino, la serie fu usata dal monastero senza interruzione per i successivi tre secoli, la qual cosa evidenzia la flessibilità e la capacità di sopravvivenza della liturgia monastica. A causa della mancanza di notizie sulla ubicazione della serie dal momento dell’alienazione del monastero in età napoleonica fino a pochi anni fa, i corali di San Sisto sono una delle poche serie di corali non catalogate prodotte in questo periodo, che può essere considerate l’età d’oro della produzione di manoscritti liturgici in Italia. Per questo motivo molto resta da scoprire a proposito della loro produzione. L’articolo si propone di esaminare la produzione e la committenza dei corali di San Sisto, che si attuò in tre differenti fasi fra I470 e 1480. Particolare attenzione verrà riservata all’annessione di San Sisto nella grande Congregazione di Santa Giustina, in seguito nota come Congregazione Cassinese, che avrebbe avuto un profondo impatto sulle sue proprietà, dato che tutti i beni della Congregazione erano tenuti in comune e amministrati attraverso un capitolo generale, per essere distribuite alle singole fondazioni secondo la necessità. Alla fine del XV secolo la Congregazione di Santa Giustina si mostrò particolannente generosa nel sostenere progetti artistici; nuovi corali per San Giovanni Evangelista in Parma e San Giorgio Maggiore a Venezia furono commissionati quasi contemporaneamente a quelli di San Sisto, indizio forse di un programma liturgico più ampio. Questo articolo intende sostenere che le fasi della produzione dei corali di San Sisto sono strettamente collegate alle vicende economiche dei monaci di San Sisto, nel quadro della struttura di potere della Congregazione di Santa Giustina, che avrebbe concesso loro di stornare fondi per progetti di loro scelta.
