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Resumen de Vecchi paradigmi e nuove interfacce: la ricerca di un equilibrato sviluppo degli strumenti di mediazione dell’informazione (Prima parte)

Roberto Raieli

  • English

    The paper presents a literary review of several pending issues that show the necessity of an innovation in the field of information management and search systems – still, this innovation must be deep, balanced and scientifically aware of LIS principles. In particular, it examines the role of web-scale discovery services and discovery tools, and their possible inclusion among the library mediation tools.First, the article reviews a number of arguments supporting the development of OPAC interfaces according to the principles of Web 2.0 and semantic Web: extreme user-friendliness and usability, interactive and collaborative organization, interoperability, data granularity. Then, it investigates the prospect of discovery tools as the new ‘single’ systems to search for all the resources mediated by a library. However, such an innovation should aim not only to the transformation of the query interfaces of databases, but also to the development of a new way of creating and organizing data according to FRBR, RDF, linked data.These arguments are then compared with other approaches more focused on LIS principles. In any case, it is essential to maintain the resources’ original coherence, and the authority of the data origin. Finally, the paper remarks the limits of ‘information discovery’: at present, new systems do not have the same precision of databases, OPACs and other trustworthy tools.(NB: this is the first part of a more extensive study. The second part will be published in AIB Studi 2/2015)

  • italiano

    Scopo dell’articolo è proporre – con la forma della rassegna critica delle fonti, o literary review – una serie di temi ancora aperti, per indicare come sia effettivamente necessaria un’innovazione dei sistemi di gestione e ricerca dell’informazione, ma che sia profonda, equilibrata e scientificamente consapevole dei principi biblioteconomici. In particolare, è discusso il ruolo dei web-scale discovery service e dei discovery tool, inquadrando criticamente il loro accoglimento tra gli strumenti di mediazione della biblioteca.Sono riassunte, anzitutto, varie considerazioni a favore dello sviluppo delle interfacce OPAC secondo alcuni principi riferibili al Web 2.0 e al semantic Web: estrema amichevolezza e usabilità, organizzazione interattiva e collaborativa, interoperabilità, granularità dei dati. È indagata, poi, la prospettiva dei discovery tool, proposti come nuovi strumenti rappresentanti il sistema ‘unico’ per la ricerca di tutte le risorse mediate da una biblioteca. Tale innovazione deve, però, puntare non solo alla trasformazione delle interfacce di interrogazione delle basi dati, ma anche a un nuovo modo di creare e organizzare i dati nelle basi stesse: secondo FRBR, RDF, linked data.Sono, quindi, confrontate altre posizioni maggiormente orientate al rispetto dei principi biblioteconomici. È sottolineata l’importanza di mantenere la coerenza originaria delle risorse e l’autorevolezza della provenienza dei dati. Infine, sono proposte alcune riflessioni sui limiti dell’‘information discovery’, in quanto i nuovi sistemi non hanno, al momento, il rigore dell’information retrieval cui ci hanno abituato le banche dati, gli OPAC e altri strumenti di eguale affidabilità.(Questo articolo è la prima parte di un contributo più esteso. La seconda parte sarà pubblicata sul numero 2/2015 della rivista)


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