Over the past years, many scholars have advocated the need to overtake the impunity granted to self-Iaunderers under article 648-bis of the Italian Criminal Code. This position originated from the impossibility to find a rationale for such provision. More recently, the discussion on this topic expanded well beyond the academic circles to become a core issue in every political debate on criminal law: self-Iaundering was presented as a crucial instrument to duly prosecute some of the most serious crimes. From this new perspective, the debate lost clarity of thought, to the point that the crime introduced last December raises a number of interpretative issues. This essay analyzes some of the potentially critical aspects of the new crime, focusing on its scope and on the connections with the crime of money laundering.
Da piú parti si avvertiva la necessità di un ripensamento del cosiddetto "privilegio di autoriciclaggio", non riconoscendo più un valido fondamento dommatico alla clausola di riserva prevista dall'art. 648-bis c.p. Nei tempi più recenti, il tema aveva smesso di interessare solo gli studiosi del diritto penale ed era divenuto una sorta di topos del dibattito politico, presentato come strumento indefettibile di contrasto alle forme più allarmanti di criminalità. In tale contesto, l'analisi ha perso di lucidità e si e arrivati all'introduzione di una fattispecie di reato che solleva non poche criticità interpretative. Il contributo, analizzando una serie di profili potenzialmente problematici, si sofferma, in particolare, sul perimetro del nuovo arto 648-ter.1 c.p.
e sulle difficoltà di coordinamento con la fattispecie madre.
© 2001-2024 Fundación Dialnet · Todos los derechos reservados