After providing an overview of the labour market legislation enforced in the past two decades, the paper focuses on how the 2015 Jobs Act can be interpreted as an attempt to overcome the counterproductive dualism of the Italian labour market, by restoring the open-ended employment contract as the main form of employment. The paper then focuses on this way of working; although regarded as obsolete, open-ended employment contracts can turn into a modern and suitable working schemes even in new productive and organizational processes. If a review of its traditional features takes place, open-ended employment contracts can still promote economic development and job stability.
Ricostruendo i passaggi fondamentali delle riforme del mercato del lavoro che hanno interessato l’ordinamento giuridico italiano negli ultimi due decenni, il saggio individua la chiave di interpretazione dell’ultima riforma del 2015, nota come Jobs Act, nella sfida ai mali del dualismo del mercato del lavoro italiano attraverso la ricentralizzazione del contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. In particolare, l’A. contesta la tesi della obsolescenza del modello contrattuale archetipico sostenendone l’attualità pur nel mutato contesto produttivo e organizzativo, affermando che, a seguito della riforma di alcune sue caratteristiche funzionali, esso si ripropone oggi come strumento determinate per il conseguimento degli obbiettivi di uno sviluppo sostenuto da una maggiore e migliore occupazione.
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