L'articolo analizza il teatro di narrazione italiano, approfondendo in particolare i casi di Marco Baliani e Ascanio Celestini, alla luce del peculiare rapporto tra diegesi e mimesi che caratterizza questo genere spettacolare. L'intento è dimostrare come entrambi i procedimenti siano sempre attivi in questo teatro, pur in diverse proporzioni, e come il procedimento mimetico vi si attui con modalità specifiche, riconducibili alla sineddoche e alla metonimia, diverse o contrapposte rispetto alla mimesi del tradizionale teatro drammatico, basato sulla "piena" imitazione del personaggio.
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