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Criteri per il riconoscimento dell’origine sismica di danni stratificati. Il Santuario dei SS. Vittore e Corona a Feltre come tema di archeosismologia

    1. [1] Università Iuav di Venezia
  • Localización: Archeologia dell'architettura, ISSN-e 2038-6567, ISSN 1126-6236, Vol. 19, 2014 (Ejemplar dedicado a: Ricerche di archeosismologia in architettura - Archeologia vs Architettura), págs. 8-49
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Criteria for the recognition of stratified earthquake damage. The sanctuary of SS. Vittore and Corona in feltre as an example of archeoseismology
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  • Resumen
    • English

      The purpose of this paper is to establish general references for the identification of seismic damage in historical buildings: in particular, these references have been applied experimentally to the case study of the Sanctuary of SS. Vittore and Corona in Feltre. The recent development of historical seismology is based mainly on documentary sources, but it should be noted that we have not yet been able to establish a relationship or a comparison with the “material source” represented by the buildings that have been damaged over time by earthquakes. In this paper we first present considerations on the relationship between stratigraphy and instability and the problems that make it difficult for the complete inclusion of the effects of structural instability in the Harris stratigraphic system; then, specific reading methods of the instability phenomena are suggested, divided into “Crack scheme” and “Strain scheme”. Through examples and brief case studies derived from recent seismic damage, we it suggest a procedure to confirm the seismic origin of old damage and distinguish it from the effects of structural instability due to a slow static process, in order to avoid a “false positive”, that is, an erroneous attribution to a seismic event. The role of the “sealed damage” included in the stratification, is significant as a method to define the relative date of the event that caused it and further damage. In conclusion, a series of criteria to assess the seismic nature of damage is described. The construction process of the complex of S. Vittore e Corona, started in the 11th century, has been revised with the stratigraphic-constructive profile to define the building’s configuration at the moment that it was damaged with the rifts that are still currently visible. The construction may have suffered a seismic event in its first configuration, even if there are not enough elements to confirm this theory. On the other hand, it can be confirmed that the church in its “Greek cross” configuration, derived from the transformations of the 12th century, suffered a severe earthquake. The role of the fresco paintings, even if they have been subjected to major integrations, has been analysed as a dating method to carefully define the periods when the rifts were created. Moreover, the seismic nature of the damage was has been verified with the criteria described above. With these observations and interpretations, we conducted a comparison between dated damage and the Catalogue of Severe Italian Earthquakes, concluding that probably the “Greek cross” configuration suffered damage duing the Villach’s Earthquake of 1348. In conclusion, the importance of the proper conservation of seismic damage is pointed out, because it represents a significant document for the seismic history of the area.

    • italiano

      Il testo mira a formare riferimenti generali per il riconoscimento dell’origine sismica di danni presenti in manufatti antichi, applicandoli sperimentalmente al caso di studio del Santuario dei SS. Vittore e Corona a Feltre. Nella premessa sul recente sviluppo della sismologia storica, basato soprattutto sulle fonti documentarie, si segnala come non sia ancora stato stabilito un rapporto e un confronto con la “fonte materiale” costituita dagli edifici che hanno nel tempo subito danni sismici. Dopo una riflessione sul rapporto tra stratificazione e dissesto, e sui problemi che rendono difficoltosa la piena inclusione degli effetti di dissesto nell’impianto stratigrafico harrisiano, pur riconoscendo la necessità di inserimento dei “danni” nella sequenza stratigrafica, si propongono specifiche modalità di lettura dei fenomeni di dissesto, suddivisi in “quadro fessurativo” e “quadro deformativo. Attraverso esemplificazioni e una casistica sintetica desunta da danni sismici recenti, si propone una procedura attraverso la quale giungere alla conferma della origine sismica del danno antico, distinguendolo da effetti di dissesto statico a lento sviluppo, ad evitare “falsi positivi”, ossia attribuzioni non fondate ad un evento sismico. Si rimarca il ruolo del “danno sigillato”, incluso nella stratificazione, ai fini della datazione relativa dell’evento che lo ha prodotto e dei successivi risentimenti. Si pongono infine una serie di criteri per mezzo dei quali confermare o meno la natura sismica del danno. La storia evolutiva del complesso di S. Vittore e Corona, costruita a partire dal sec. XI, è riesaminata sotto il profilo stratigrafico-costruttivo per precisare le configurazioni dell’edificio al momento in cui ha subito i rilevanti danni ancora oggi osservabili al suo interno. La costruzione nell’assetto iniziale potrebbe aver subito un primo evento sismico, anche se non vi sono elementi sufficienti per confermare tale ipotesi. Si può invece confermare che la chiesa nell’assetto “a croce greca”, risultato delle trasformazioni del XIII secolo, è stata colpita da un terremoto di elevata energia. Viene esaminato anche il possibile ruolo datante delle decorazioni affrescate, numerose all’interno della chiesa pur se oggetto di integrazioni, ai fini di circoscrivere il più possibile i periodi in cui possono essersi formate le lesioni. Si verifica infine, applicando i criteri prima definiti, la natura sismica dei danni osservati. Alla luce di queste osservazioni e interpretazioni, si pongono a confronto i danni periodizzati con il catalogo dei terremoti storici dell’area, giungendo alla conclusione che molto probabilmente la costruzione “a croce greca” è stata colpita dal terremoto del 1348, detto di Villaco. Infine, si segnala l’opportunità di operare una stretta conservazione delle tracce sismiche ancora presenti, in quanto importante documento di storia sismica per l’area.


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