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La Cassazione e la tela di Penelope. I giudici “guardiani” dell’equo processo

  • Autores: Filippo Giunchedi
  • Localización: Processo Penale e Giustizia: Rivista di dottrina e giurisprudenza, ISSN-e 2039-4527, Nº. 5, 2015, págs. 43-50
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Supreme Court and Penelope’s canvas. Judges are the fair trial “guardians”
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      The European Court of Human Rights requires that the appellate court can not reform in peius acquittals witout a direct contact with the source of evidence declarative. The Supreme Court has endorsed this model extremely protective nature offering a wide expansion to the renewal of education hearing; the appeal courts, with stubbornly refractory attitude, continue to pursue a model of appeal judgment by revisiting ex actis.

      The peculiarity of the decision is to specify how, regardless of whether the violation of the renewal of education hearing is presented in the application of legality, the Supreme Court is required to consider on the issue because of infringement of the rights fair trial.

      It is a very important approach that demonstrates the effective penetration of the Europeans in the connective tissue of our criminal process.

    • italiano

      La Corte europea dei diritti dell’uomo impone che il giudice di appello non possa riformare in peius una sentenza di proscioglimento senza aver prima avuto un contatto diretto con la fonte di prova dichiarativa. La Cassazione ha avallato questo modello estremamente garantistico offrendo ampia espansione alla rinnovazione dell’istruzione dibattimentale; le Corti di appello, con atteggiamento ostinatamente refrattario, continuano, invece, a perseguire un modello di giudizio di seconda istanza mediante una rivisitazione ex actis.

      La peculiarità della decisione che si annota consiste nello specificare come, indipendentemente dal fatto che la violazione della rinnovazione dell’istruzione dibattimentale sia stata dedotta nel ricorso di legittimità, la Suprema Corte sia tenuta ad esaminare d’ufficio la questione in quanto relativa alla violazione dei diritti dell’equo processo.

      Si tratta di un approccio estremamente importante che testimonia l’effettiva penetrazione dei principi europei nel tessuto connettivo del nostro processo penale.


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