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Resumen de Il linguaggio giuridico forense: forma stile funzione

Giuseppe Conte

  • italiano

    La riflessione si dipana intorno a un ben preciso interrogativo: si può essere bravi avvocati pur non vantando un'elevata educazione linguistica? In altri termini, le competenze giuridiche si coniugano necessariamente con una profonda conoscenza linguistica? L'indagine muove dalla considerazione del linguaggio giuridico come di un codice "settoriale", che instaura con il linguaggio comune complesse interazioni, descrivendo moti circolari. L'analisi del linguaggio giuridico forense, in particolare civilistico, rivela lo "stile idiomatico" di una prosa incline a privilegiare moduli espressivi stereotipici e retorici, tributo di antiche prassi linguistiche. Mediamente, il periodare degli avvocati è infoltito da espressioni ridondanti e, sovente, la foga difensiva induce a privilegiere qualificazioni e predicati connotati da forte risonanza emotiva, accentuata dall'utilizzo di interiezioni, esclamazioni, interrogative retoriche, deittici relativi al tempo e allo spazio. Le nuove tecnologie informatiche, in particolare, non sembrano aver contribuito a produrre una scrittura irriglessa o quantomeno più contratta ed essenziale. Dopo avere analizzato come il tema della forma e dello stile si intrecci, inevitabilmente, con quello dell'efficacia dei contenuti e, quindi, della tecnica argomentativa, la riflessione si conclude evocando la verità di un antico proverbio volgare: "Buon diritto e buona lingua in lite vincono. Avere buona ragione e saperla dire".

  • English

    The reflection unfolds around a very specific question: can you be a good lawyer even if you are not boasting a high level language education? In other words, the legal skills are neccesarily combined with the deep knowledge of the language? The survey starts from the consideration of legal language as a "sectorial" code, which establishes complex interactions with the common language, particularly the civil law area, reveals the "idiomatic style" of a prose inclined to favor stereotypes and rhetorical forms of expression, tributary of the ancient language practice. On average, the phrasing of the lawyers is thickened by redundant expressions, and frequently the defensive ardor leads them to favor qualifications and predicates characterized by strong emotional resonance, well-marked by the use of interjections, exclamations, rhetorical interrogative, spatial and temporal deixis. The new information technologies, in particular, do not seem to have contributed to the production of a genuine manner of writing or at least more contracted and essential. After analyzing how the topic of form and style is interwoven, inevitably, with the effectiveness of the contents and, therefore, with the argumentative technique as well, this reflection ends by evoking the truth of an ancient Italian saying: "Good law and good language in dispute win. Being right but also knowing how to make it clear".


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