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Alla ricerca della “smart citizenship”

  • Autores: Laura Sartori
  • Localización: Istituzioni del federalismo: rivista di studi giuridici e politici, ISSN 1126-7917, Nº. 4, 2015 (Ejemplar dedicado a: “Smart Cities” e amministrazioni intelligenti), págs. 927-948
  • Idioma: italiano
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  • Resumen
    • italiano

      Inizialmente, l’idea di “smart city” nasce per indicare l’infrastruttura tecnologica di cui le città più innovative si possono dotare per essere moderne e competitive nell’organizzazione dei servizi e degli individui. Solo recentemente, però, la critica alla visione tecno-determinista e dominante di smart city è stata accolta, riconoscendo il suo carattere multidimensionale.

      Abbracciare e inglobare la dimensione sociale e quella politica permette di traslare l’attenzione dai sensori ai cittadini, dalle politiche tecnologiche e commerciali a quelle urbane e inclusive. Questo contributo delinea quali sono lo spazio e il ruolo dei cittadini – ancora oggi il pezzo mancante del puzzle – per poter favorire il passaggio dalla “smart city” alla “smart community”, abitata da persone e non solo da sensori. In questo modo, si possono anche limitare i processi di isolamento spaziale, chiusura sociale, “lockin” tecnologico e sorveglianza di massa. Infine, si rifletterà sui caratteri di quella che può essere chiamata “smart citizenship”, cioè un nuovo diritto sociale costruito tra provisions ed entitlements. Questa versione smart può aspirare a realizzare pienamente la cittadinanza attraverso nuove forme di partecipazione, a patto che si tenga presente la complessità sociale e politica del contesto urbano in cui si manifestano le implicazioni della rivoluzione digitale in atto.

    • English

      At the beginning, the idea of a “smart city” designated the technological infrastructure available to make more innovative cities really modern and competitive in the organization of services and individuals. Recently, criticism of the techno-determinist and dominant vision of smart cities has led to the acknowledgement of its multidimensional character.

      Acceptance and incorporation of social and political dimensions shed light on citizens instead of sensors, shifting from commercial and technological policies to urban and inclusive ones. This paper focuses on the arena and the role of citizens – a still missing piece of the puzzle – in order to facilitate the transition from a “smart city” to a “smart community”, where people, not sensors, dwell. Thus, processes of spatial isolation, social closure, technological lock-in and mass surveillance could be limited.

      Lastly, the text reflects on the “smart citizenship” concept as a new social right between provisions and entitlements. This updated version might fully realize the general idea of citizenship through new forms of participation, once the social and political complexity of the urban context – in which the implications of the digital revolution reveal themselves – is taken into account.


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