While it is widely accepted that cognitive neuroscience can play an inluential role in the courtroom in order to determine a person’s state of mind, different applications of this knowledge (for instance, the use of neuroscience for memory detection) raises ethical objections and consistent doubts with regard to the observance of the due process of law.
Il ricorso alle neuroscienze per valutare l’imputabilità, cui inora il contributo di tale sapere si è limitato, è ritenuto sostanzialmente legittimo, pur persistendo il dubbio sulle modalità più opportune da seguire per immettere il mezzo istruttorio nel circuito processuale. Invece, le diverse inalità che si intendano afidare alla prova neuroscientiica - come, ad esempio, l’indagine sull’attendibilità del dichiarante - sollevano maggiori riserve, a causa del possibile ridimensionamento del contraddittorio per la prova e delle ricadute sulla libertà morale della persona
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