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Abbé Luigi Celotti and the Sistine Chapel manuscripts

  • Autores: Anne-Marie Eze
  • Localización: Rivista di storia della miniatura, ISSN 1126-4772, Nº. 20, 2016, págs. 139-154
  • Idioma: inglés
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • L'abate Luigi Celotti e i codici della Cappella Sistina.

      L'articolo rivela il ruolo giocato dal noto mercante d'arte Abate Luigi Celotti (1759-1843) nella storia di mutilazione e dispersione dei codici liturgici della Cappella Sistina. Attraverso le sue lettere inedite scambiate con conoscitori d'arte italiani tra il 1802 e il 1819 si ripercorrono le vicende delle miniature papali prima della loro famosa vendita all'asta a Londra presso Christie's nel 1825. Dal carteggio epistolare si comprende che, a differenza di quanto suggerito da diversi studiosi, Celotti non tagliò le miniature dai libri vaticani poco prima della loro vendita nel Regno Unito (per evitare le tasse d'importazione sui libri antichi basate sul peso), ma lo fece molti anni prima. Fra il 1802 e il 1806 l'abate trasformò infatti le miniature ritagliate in quadri di gabinetto e le esibì al pubblico nelle città di Venezia dal 1806 al 1810 e Milano dal 1810 al 1819. Leggendo le sue lettere si comprende come il suo obiettivo fosse quello di promuovere la miniatura, all'epoca poco apprezzata, ad arte degna di studio col fine di innalzarla al livello della pittura monumentale. Ormai privo di mezzi, nel 1812 Celotti tentò di vendere le sue miniature all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano sperando così di mantenere la raccolta integra e su territorio italiano, ma la proposta venne rifiutata. Nei primi anni venti dell'Ottocento, a causa degli ingenti debiti contratti per l'acquisto della raccolta di disegni e stampe del defunto Giuseppe Bossi, Celotti fu costretto a vendere le miniature vaticane all'estero. L'evidenza delle fonti mostra come ilmercante avesse per queste un regolare permesso d'esportazione. Le vendsite vennero effettuate a Londra presse Christie's in due distinti momenti: nel 1825, nella famosa asta sopra citata, e nel 1826, in una seconda sessione poco conosciuta agli studiosi.

      L'articolo inoltre presenta due ulteriori miniature finora non identificate appartenute all'abate. La prima è l"Allegoria della caducità" attribuita al Maestro del Breviario Barozzi ora a Berlino (Kupferstichkabinett, Staatliche Museen zu Berlin, inv. 4208). Questa non venne associata alla raccolta Celotti perché non proveniente dal Vaticano e quindi non è stata inserita nella parte della vendita del 1825 studiata e ricostruita dagli storici dell'arte. La seconda è una miniatura del "Giudizio Universale" attribuita a Giulio Clovio, realizzata per papa Clemente VII (Zagreb, Hrvatski Restauratorski Zavod). L'opera non è presente all'interno dei cataloghi di entambre le aste e presumibilmente la si può associare a una vendita privata effettuata da Celotti stesso.


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