Milán, Italia
This essay focuses on the intersection between text and image at San Brizio’s frescoes in Orvieto and the analysis of Dante’s influence. In the socle Luca Signorelli painted XI scenes from Dante’s Purgatory in gilded fields of grotteschi decoration, surrounding the portraits of Dante and (perhaps) Statius, depicted as sapientes. According to the iconographic program of the chapel, Dante’s Purgatory suggests the possibility of redemption and salvation. Moreover Divine Comedy gives a modern and humanistic feature to decoration, that Beato Angelico started painting fifty years before.
Un caso emblematico del dialogo tra parola e immagine è offerto dallo zoccolo della cappella di San Brizio del Duomo di Orvieto, in cui Signorelli ha raffigurato i primi undici canti del Purgatorio in altrettanti monocromi, attorno ai ritratti di Dante e (probabilmente) Stazio, presentati alla stregua di antichi sapientes. La Divina Commedia viene piegata al progetto complessivo della cappella e il Purgatorio diventa portavoce di un messaggio salvifico e ottimistico, di contro alle grandiose scene delle fasce superiori. Ma d’altro lato la presenza di Dante, letto attraverso il filtro dell’umanesimo fiorentino, conferisce un impianto moderno e umanistico alla decorazione del ciclo pittorico, iniziato cinquant’anni prima da Beato Angelico, nella direzione di un maggiore realismo e plasticità delle figure.
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