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Immagini di memoria in Ritratto in piedi di Gianna Manzini

    1. [1] Università Federico II, Napoli
  • Localización: Critica letteraria, ISSN 0390-0142, Nº. 174, 2017, págs. 141-150
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      The word “portrait” occurs frequently in Gianna Manzini’s writing, above all in her Ritratto in piedi. An intimist vocation privileges portraiture, in as much as face, body, postures and clothing abound with meaning, being a means for penetrating the souls of characters. Thus, this essay, beginning with the difficulty posed to verbal language by the translation into words of the incisiveness of an image, aims at analysing the strategies by which Manzini achieved her goal of “saying” what she “saw”, of consigning to the reader the poetic figure of a father worthy of being commemorated

    • italiano

      La parola “ritratto” ricorre con significativa frequenza nella scrittura di Gianna Manzini, soprattutto nel suo Ritratto in piedi. La vocazione intimistica della sua scrittura predilige la ritrattistica, in quanto volto, corpo, posture, abbigliamenti sono carichi di senso, sono un medium per penetrare nell’animo dei personaggi. È in tale prospettiva che questo intervento intende analizzare, partendo dalla difficoltà del linguaggio verbale a tradurre in parole l’incisività di un’immagine, le strategie con le quali la Manzini riesce mirabilmente a “dire” ciò che “ha visto”, a consegnare al lettore la figura poetica di un padre degno di essere ricordato.


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