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“La città è un libro aperto”. Medioevo antico e moderno nella Milano di Luca Beltrami (1881-1906)

  • Autores: Carolina Di Biase
  • Localización: Archeologia dell'architettura, ISSN-e 2038-6567, ISSN 1126-6236, Vol. 21, 2016 (Ejemplar dedicado a: Medioevo fantastico. L’invenzione di uno stile nell’architettura tra fine ’800 e inizio ’900 / coord. por Alexandra Chavarría i Arnau, Guido Zucconi), págs. 38-48
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • “The City as an Open Book”. The Middle Ages past and present in the Milan of Luca Beltrami (1881-1906)
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      A figure whose status in fin-de-siècle Milan is undisputed, Luca Beltrami was definitely not a champion of a “Rediscovered Middle Ages”. Unlike Camillo Boito, his teacher at the Politecnico in Milan, he showed a marked preference for Renaissance forms in his designs and projects. However, as a scholar who was also responsible for the protection of the historical heritage in Lombardy, he certainly encountered, studied and intervened on medieval monuments, even if the rational positivism that is characteristic of his approach makes it difficult to speak of him as proposing any sort of “Fanciful Middle Ages”. This paper looks at the period between two famous exhibitions in Milan, in 1881 and 1906, a time of great activity in Beltrami’s public and professional life, with the urban and architectural fabric of his city undergoing extensive change. Summarising his activity as both an architect and as a central figure in the cultural and political life of Milan, the text focuses mainly on his work in researching, restoring (even completing) structures of medieval origin. All this took place at a time when the city was being adorned with various public and private buildings still in part inspired by the Middle Ages rather than reflecting a taste that has been defined as neo-Sforzesco (made popular in part thanks to Beltrami’s own restoration work on Milan’s Sforza Castle).

    • italiano

      Protagonista indiscusso della Milano fin de siècle, Luca Beltrami non è stato certo un alfiere del medioevo ritrovato. Diversamente da Camillo Boito, suo maestro al Politecnico di Milano, nei suoi progetti mostra una chiara predilezione per le forme della Rinascenza. Tuttavia egli incontra, esplora, interviene sui monumenti del Medioevo da studioso e come responsabile della tutela dei monumenti lombardi, anche se l’attitudine positiva e razionale che contraddistingue il suo operare rende difficile parlare, nel suo caso, di ‘Medioevo fantastico’. Il contributo esplora il periodo che si inquadra tra le due celebri esposizioni milanesi del 1881 e del 1906, decenni di eccezionale densità nella vita professionale e pubblica di Beltrami, nell’ambito del profondo rinnovamento urbanistico e architettonico avvenuto nella sua città. Richiamandone sinteticamente l’attività di architetto e di figura centrale nel consesso culturale e politico, il testo pone l’accento sull’attività di ricerca, di restauro, di completamento dedicata da Beltrami ai monumenti di origine medievale, mentre la città si arricchisce di edifici pubblici e privati in parte ancora ispirati al Medioevo, piuttosto che all’età sforzesca, popolare anche grazie ai restauri di Beltrami al Castello di Milano.


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