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L'"Ultimo canto di Saffo": una cifra nascosta del leopardismo di Giovanni Gentile

  • Autores: Gaspare Polizzi
  • Localización: Studi e problemi di critica testuale, ISSN 0049-2361, Nº. 93, 2016, págs. 113-131
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • Il contributo offre una testimonianza dell'amore giovane, eterno e radicato di Giovanni Gentile nei confronti di Giacomo Leopardi. Lo studioso Gaspare Polizzi riproduce difatti la prima prova critica e letteraria di uno Gentile che, ancora diciannovenne, redige per il fratello Gaetano un'analisi puntuale e dettagliata dell'"Ultimo canto di Saffo". Il manoscritto che tramanda il testo è conservato presso l'archivio della Fondazione Giovanni Gentile e si compone di dieci fogli e una lettera inviata dall'autore da Pisa, nel dicembre 1894, a Palermo al fratello diciassettenne che sarebbe morto di tifo l'anno successivo. Avvalendosi principalmente degli studi di Bonaventura Zumbini e Domenico Comparetti, Gentile realizza "un'analisi della canzone inserendola nel gruppo delle poesie che esprimono dolore e disperazione, in funzione della condizione psicologica vissuta dal poeta". Rinvii all'"Ultimo canto di Saffo" ritornano anche negli scritti gentiliani successivi, dimostrando, secondo Polizzi, "una conoscenza vera e di antica data del Canto" e la "persistenza della sua interpretazione, che misura la tragicità della narrazione poetica con la magnanimità della figura di Saffo-Leopardi".


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