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Pier Paolo Pasolini: le madri vili generano la società borghese

  • Autores: Mercedes Arriaga Flórez
  • Localización: Cuadernos de filología italiana, ISSN 1133-9527, Nº. 23, 2016, págs. 141-153
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Pier Paolo Pasolini: Vile mothers engender bourgeois society
  • Enlaces
  • Resumen
    • italiano

      La ballata delle madri è uno dei componimenti più provocatori presenti nella raccolta Poesia in forma di rosa. Attraverso il linguaggio della rabbia e metafore demolitrici, la rappresentazione “idilliaca” della famiglia viene duramente contrastata: ai padri assenti, ai fratelli fratricidi, e alle madri “vili, mediocri, servili, feroci” si fa risalire l’origine della società borghese con tutti i suoi mali. Pasolini si muove su due scenari contrapposti: quello mitico matriarcale e quello moderno patriarcale, che a sua volta si personificano nella madre del poeta e nelle madri vili dei suoi coetanei. Il costante contrasto fra “l’io” del poeta e il “voi” dei suoi interlocutori-detrattori-nemici, si cifra nel mito della sua diversità, legata, appunto, alla sua origine sacra. Pasolini si sente erede della Dea Madre, non addomesticata dalla società borghese, che per lui rappresenta l’istinto, lo spirito, la forza arcaica, carica di “disperata vitalità”. Il femminile è pensato in una doppia componente, sociale e antisociale, come subordinazione e sovversione, esaltato e idealizzato come principio della differenza, della dissidenza e, pertanto, come segno della sua identità personale e culturale e, allo stesso tempo, degradato e demonizzato come simbolo del conformismo e della sottomissione al sistema capitalista borghese.

    • English

      La ballata delle madri is one of the most provocative poems in the anthology Poesía in forma de rosa. Through the language of rage as well as the use of devastating metaphors, the “idyllic” representation of family is utterly destroyed: the fathers are absent, the brothers are fratricide and the mothers, “vile, mediocre, servile, ferocious”, are blamed for the origin of bourgeois society and all its evils. Pasolini moves between two opposing scenarios, one mythic and matriarchal, the other modern and patriarchal, which are embodied by the poet’s mother and the vile mothers of his coetaneous. The relentless contrast between the “I” of the poet and the “we” of his interlocutors-detractors-enemies is deciphered in the myth of diversity, related to its sacred origin. Pasolini feels heir to Mother Earth, still not domesticated by bourgeois society, who also incarnates the bare instinct, the spirit, and the archaic force, charged with “a desperate vitality”. The feminine is represented by a double prism:

      social and anti-social, subordinated and subversive, frenzied and idealized, and as a the foundation of difference and dissidence. Thus, the feminine becomes a sign of its personal and cultural identity while, at the same time, it is degraded and demonized as a symbol of compliance and submission to the bourgeois capital system


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