Si sostiene che il dibattito sulla riforma della contrattazione vada calato all’interno di un’analisi, a un tempo aggregata e disaggregata, che tenga conto dell’eterogeneità delle imprese e dello sviluppo territoriale. Ricercare le cause della crisi italiana unicamente sul mercato del lavoro, infatti, lascia fuori aspetti importanti – fra questi le politiche macroeconomiche, la (mancanza di una) politica industriale, una vera politica di riequilibrio territoriale – senza i quali qualsiasi politica sul mercato del lavoro e vana. Il livello elevato di aggregazione inoltre conduce a trascurare importanti aspetti di differenziazione, se non a compiere veri e propri errori di misurazione, con implicazioni di rilievo sulle diagnosi e sulle proposte di intervento.
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