Firenze, Italia
The Author discusses decision No. 32672/16 passed by the Italian Supreme Court (Joint Chambers) whereby it ruled on the limits of probation (art. 168-bis of the Italian Criminal Code), stating, with specific reference to the computability of the circumstances of a crime, that the judge must only refer to the maximum punishment established for the basic crime and disregard any circumstance, including special ones, of the crime itself. Despite the fact that the solution offered by the Supreme Court appears to be correct, especially from the viewpoint of "political expediency", there are still some exegetic doubts especially with regard to the general principles applicable to accidentalia delieti.
L'A. svolge alcune riflessioni sulla sentenza n. 32672/16 delle Sezioni unite della Corte di Cassazione, mediante la quale si sono pronunciate sulla questione dei limiti applicativi della messa alla prova, affermando, con specifico riferimento alla computabilità delle circostanze del reato, che il richiamo contenuto nell'art. 168-bis c.p. alla pena edittale detentiva (non superiore nel massimo a quattro anni) va riferito alla pena massima prevista per la sola fattispecie-base, non assumendo, così, alcun rilievo computativo le circostanze del reato, neppure quelle ad effetto speciale ed autonome. Nonostante la soluzione dettata dalla Corte appaia condivisibile, specie in una ottica di "opportunità politica", permangono dubbi esegetici specie con riferimento ai principi generali in materia di accidentalia delicti.
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