Al centro del saggio l'analisi del sintagma 'gonne contigiate', che si legge nel v.101 del canto XV del "Paradiso" dantesco secondo l'antica vulgata. Tutti i codici antichi tramandano la lezione 'corrotta' 'donne contigiate': 'Secondo Pézard - commenta Tesi - il guasto nella trasmissione si era verificato per un semplice errore meccanico, e occorreva ripartire dalla lezione 'donne contigiate' dei codici antichi per cercare di risalire alla lezione corretta'. Quest'ultima, secondo l'A., in accordo con il contesto in cui la struttura linguistica s'inserisce, potrebbe essere 'doghe contigiate'. A riprova dell'ipotesi sostenuta, Tesi, integrando 'tecnica filologica e strumenti lessicografici' moderni, adduce i collegamenti con altri termini connessi etimologicamente all'antico lemma fiorentino e rintracciabili nella "Cronica" di Giovanni Villani, in relazione all'abbigliamento femminile di fine Duecento, e in altri luoghi danteschi. Per il critico, la scelta della 'lectio difficilior' obbedisce all''impulso dell'autore a usare un'espressione tecnica e allusiva che ritrae chierici, 'femmes publiques' e mercanti tutt'insieme, nel severo profilo della Firenze tardomedievale'.
© 2001-2024 Fundación Dialnet · Todos los derechos reservados