Le tesi psicoanalitiche di Melanie Klein e Otto Kernberg e la cibernetica di Norbert Wiener – così come i discorsi demenziali del senatore McCarthy settant’anni fa e di Donald Trump oggi – mettono in luce come la nostra cultura si fondi su un dualismo comune a politica, religione e scienza. Teso ad assicurare purificazione, ordine e immortalità, tale dualismo rischia di produrre una concezione manichea che, attraversando la società in generale, mette al bando ogni forma di contaminazione, ambiguità o compromesso. Contro ogni dogma sembra allora opportuno, come afferma l’autrice attraverso il riferimento a Mary Douglas, prendere coscienza del fatto che la purezza è nemica del cambiamento e augurarsi un allentamento di confini netti fra ordine e caos, bene e male.
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