Si prende in considerazione una serie di codici del XII sec. nei quali sono compresenti testi in volgare (in particolare francese) e in latino. Si tratta per lo più di miscellanee di carattere medico, scientifico e didattico; talvolta di un medesimo testo si trovano nello stesso codice sia la forma originaria latina, sia la sua traduzione in volgare (come avviene per il De lapidibus di Marbodo di Rennes). Questa compresenza di lingue sembra trovare spiegazione nella situazione culturale dell'epoca in Inghilterra, dove il latino e il francese, un vernacolo pur sempre di importazione, si ponevano in un rapporto di complementarietà, più che di alternatività. Vengono esaminati in particolare i manoscritti Cambridge, Jesus Coll., Q.D.2 (44); Oxford, Bodl. Libr., Digby 13, Digby 53 e Rawlinson C. 641; Paris, BNF, n.a. lat. 873; London, BL, Cotton App. LVI, Cotton Titus D. XXIV e Add. 49366; Lincoln, Cath. Libr., 199 (C.3.3).
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