L'attività didattica del maestro irlandese Manchianus è attestata da due opere, nelle quali egli è citato come un'auctoritas: un anonimo commento alle Epistole cattoliche, conservato solo nel codice Karlsruhe, BLB, Aug. Perg. CCXXXIII (Reichenau, IX sec.), e il De mirabilibus Sacrae Scripturae, scritto da un autore che si definisce Augustinus (forse uno pseudonimo), di più ampia diffusione. Lo studio tratta in particolare di questa seconda opera: stabilisce che la forma brevior del trattato, conservata nel codice più antico (Karlsruhe, BLB, Aug. Perg. CXCI, alto Reno, IX sec.) è precedente alla forma longior, e che quest'ultima deriva da un particolare ramo tradizionale della brevior. Il De mirabilibus comprende un computo cronologico che è in relazione con il cosiddetto «Munich Computus», databile al 718-719 e trasmesso da un solo ms. (München, BSB, Clm 14456, IX sec.); dall'analisi testuale e dal confronto con un'altra opera analoga (il Computus Coloniensis: Köln, Erzbischöfliche Diözesan-Dombibl., 83, II, inizio IX sec.) risulta che il De mirabilibus, nella sua redazione brevior, utilizzò in realtà un computo affine al monacense, ma di data più recente e arricchito di notizie di carattere storico.
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