La tradizione dell'opera consta di 33 mss., 20 dei quali vengono esaminati in dettaglio in prospettiva di un'edizione critica. Si tratta dei seguenti codici: Arezzo, Bibl. Comunale, 124; Arezzo, Archivio di Stato, Frammenti di codice VII/10; Basel, UB, B VI 15; Bologna, Bibl. Comunale dell'Archiginnasio, A.149; Firenze, Laurenziana, Calci 40; Soria, Bibl. Pública del Estado, 3-H; Graz, UB, 1443; Mantova, Teresiana, 353; München, BSB, clm 3525; Nürnberg, SB, Cent. V, 82; New York, Hispanic Society of America, B 2722; Padova, Antoniana, 408, 461 e 462; BU, 1115; Firenze, Riccardiana, 277; Assisi, Bibl. Comunale, Fondo antico presso il Sacro Convento, 381 e 526; Pistoia, Archivio Capitolare, C.107; Vat. lat. 1248. A essi si aggiunge l'editio princeps di E. Baluze, pubblicata nel 1761. Il metodo seguito per l'indagine distingue fra macro- e microvarianti testuali. Sulla base delle macrovarianti, che riguardano la presenza/assenza, l'ordine e la consistenza dei sermoni, è possibile individuare tre modelli principali della raccolta, ciascuno dei quali caratterizzato da una diversa disposizione del materiale, e cinque modelli di rango inferiore ai primi, con differenze meno profonde. L'analisi delle microvarianti dimostra che tre dei modelli di rango inferiore derivano da un manoscritto dotato di proprie lezioni caratteristiche, e possono essere considerati come un'unica famiglia dal punto di vista stemmatico. La situazione molto fluida e mobile del testo fa pensare che l'autore stesso abbia rimesso mano più volte alla raccolta, anche in ragione del mutare delle circostanze e di destinatari different
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