Il componimento, in 107 esametri, risale probabilmente al 1410 ed è conservato nel ms. miscellaneo Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magl. VII.1183, e potrebbe essere autografo. In esso lautore lamenta la sua mancata nomina ad arcivescovo di Firenze, polemizzando in forma allusiva contro i responsabili del fatto attraverso la proposizione di una serie di exempla storici e mitologici relativi all'ingratitudine e il tradimento. Egli può essere identificato con il nobile fiorentino Alamanno Adimari (1362-1422), che fu arcivescovo di Pisa e partecipò poi al Concilio di Costanza, ma che, nonostante le recriminazioni, non poté mai ottenere il più prestigioso episcopato di Firenze. L'articolo propone l'edizione del carme e un commento nel quale vengono individuati i fatti e i personaggi cui si allude nel testo.****Inserire ms.: Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magl.. VII.1183***
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