Dopo alcuni cenni biografici sulla figura di Giovanni Immonide, si prende in considerazione la sua Vita Gregorii, scritta riprendendo un programma di valorizzazione della figura di Gregorio Magno già avviato dal pontificato romano nei decenni precedenti; quest'opera viene interpretata alla luce delle nuove necessità politiche ed ecclesiastiche della metà del IX sec. Il carme di dedica della Vita presenta nella tradizione manoscritta delle anomalie di segno analogo a quelle che si ritrovano nella parte finale di un'altra opera di Giovanni, la Coena Cypriani, e che si possono spiegare supponendo che l'autore abbia ritoccato in un secondo tempo le due opere, per adeguarle alla nuova situazione che si era venuta a creare dopo che Giovanni era caduto in disgrazia in conseguenza della crisi formosiana
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