Viene presentato un censimento delle dediche scritte in rapporto alla corte papale fra il 1188 e il 1304; esso comprende circa 35 testi, concentrati soprattutto nella seconda metà del periodo, scritti fra gli altri da Lotario di Segni, Leonardo Fibonacci, Filippo da Tripoli, Gregorio di Montesacro, Giovanni l'eremita, Giovanni di Capua, Nicolò de Sanctis, Ruggero Bacone, Campano da Novara, Witelo, Bartolomeo da Parma, Raimondo Lullo, Egidio Romano, Simone da Genova, lo pseudo Arnaldo da Villanova. I dedicatari sono in maggioranza papi e cardinali; le opere alle quali sono associate sono per lo più trattati di medicina, di alchimia, di astronomia e di ottica. Se ne ricava un quadro che dimostra la vitalità della corte papale nel Duecento come luogo di promozione della cultura scientifica, oltre che un'interessante documentazione della consapevolezza letteraria degli scienziati dell'epoca.
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