I protagonisti delle agiografie italo-greche del X-XII secolo risultano portatori di conoscenze mediche ereditate dalla classicità, ma l�aspetto rituale nella descrizione dei miracoli di guarigione nei loro bioi è parimenti importante. In questo articolo si esaminano episodi della vita di Saba di Collesano, composta a fine X secolo da Oreste, patriarca di Gerusalemme, in cui il santo, pur compiendo una performance rituale analoga a quella degli altri bioi italo-greci, non sembra in grado di guarire il proprio paziente, ma si limita a predirne la prognosi. L�autrice mette in relazione tali episodi con la recrudescenza di raids arabi in Calabria nella seconda metà del X secolo, alla quale si legano anche carestie ed epidemie. Comportamenti "non taumaturgici" come quelli di san Saba rivelerebbero dunque la difficoltà di riconciliare la fiducia in un piano provvidenziale con le ricorrenti sciagure vissute dalla popolazione. Essi evidenziano l�impotenza del santo nel fornire aiuto materiale ai locali, ma dall�altro lato l�insistenza sulle sue capacità profetiche restituisce fiducia nell�esistenza di un piano divino agente anche in questo contesto.
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