In occasione del cinquantesimo anniversario dell’alluvione fiorentina del 1966, il contributo richiama l’attenzione sulla straordinaria evoluzione che nel XX secolo ha caratterizzato il restauro librario. Da intervento artigianale mirato alla restituzione di funzionalità e pregio artistico a libri e documenti in cattive condizioni, esso ha assunto le caratteristiche di un’operazione interdisciplinare che necessita non solo di salde radici storiche, ma anche di competenze scientifiche e di abilità tecniche. Inoltre il restauro presenta ora finalità assai più articolate rispetto al passato: il suo primo obiettivo è quello di rallentare il processo di decadimento del patrimonio librario e documentario; il secondo riguarda la salvaguardia delle informazioni materiali di cui il libro è testimone e veicolo; l’ultimo è quello di cooperare, con il proprio specifico contributo, alla ricostruzione della cultura materiale che ha presieduto alla produzione dei manufatti antichi e moderni.In questo processo, un ruolo importante è stato svolto da alcuni eventi – quali la Conferenza di S. Gallo del 1898, l’incendio della Biblioteca Universitaria di Torino nel 1904 e la fondazione dell’Istituto di patologia del libro nel 1938 – ai quali è seguita la fondamentale esperienza di recupero dei volumi della Biblioteca nazionale centrale di Firenze travolti dall’alluvione del 1966.
On the occasion of the fiftieth anniversary of the Florentine flood, the paper focuses on the progression of book conservation. Over the last few decades, it changed from being a traditional restoration treatment to an interdisciplinary intervention – that needs solid historical foundation, scientific research and practical skills – aimed at slowing down the deterioration process with respect for the volumes’ historical features, their original structures and their materials.In this evolution, some events such as the St. Gallen Conference (1898) and the salvage of the burned manuscripts of the University Library in Turin (1904) were certainly important steps, but the experiences at the National central library of Florence after the overflowing of the Arno river (1966) played a strategic role.
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