Sulla scorta di testi di Tasso e Camillo Delminio, l’articolo mette innanzitutto in luce come, dietro esplicito riferimento alle opere di topica di Aristotele e Cicerone, si giunga anche ad una »topicizzazione« della parte della retorica relativa all’elocutio– in effettiva continu-ità, tuttavia, non con Aristotele e Cicerone, bensì con Boezio e la tradizione scolastica. La seconda parte dell’intervento dimostra poi come Sigonio e Tasso sviluppino la loro teoria del dialogo richiamandosi – direttamente e /o per tramite della tradizione scolastica (Pietro Ispano) – alla topica dialettica di Aristotele e definiscano il dialogo come »imago« (Sigonio) o »imitazione« (Tasso) di una disputa dialettica, e dunque come luogo discorsivo dell’opinio(= doxa) e non della scientia(= episteme). Emerge in tal modo l’importanza rivestita, oltre che dalla retorica, anche e soprattutto da una dialettica reinterpretata in chiave probabi-listica per la formazione di un relativismo epistemologico che rappresenta il fondamento delle configurazioni rinascimentali del sapere
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