Starting from the observation that organisational models are becoming increasingly complex, and that the concept of the undertaking as an economic unit is not as clearly defined as in the past, the author examines the need for the reform of labour law, traditionally constructed on the basis of a monolithic model of factories and assembly lines, in contrast with the metamorphosis of the undertaking, with particular attention to the regulation of outsourcing processes contained in Act no.276/2003. First of all the author examines the changes to Article 2112 of the Civil Code relating to the protection of employees in the case of the transfer of an undertaking or branch of an undertaking, and after an overview of the leading interpretations of Article 21112, underlines the fact that the revised text requires the transferor of the branch of the undertaking and the transferee to identify the branch transferred as an autonomous functioning unit. In the author’s view in the absence of any specific indication in the provision, it is required that the unions be informed pursuant to Article 47 of Act no. 248/1990. The author then continues with an examination of other matters included in the reform, and considers in particular the case in which the business transferred continues to be carried on under the terms of a service contract. The paper then considers the posting of workers and temporary agency work, also by means of a critical survey of the main changes introduced by Act no. 276/2003. The author concludes by arguing that the provisions introduced by Act no. 276/2003 relating to the transfer of the branch of an undertaking, service contracts, temporary agency work and the posting of workers result in a greater degree of freedom for enterprises to organise production, but also give rise to a redefinition of the forms of protection for employees in relation to the changing concept of the enterprise, and lay down a set of rules suitable for providing adequate guarantees in terms of stability of employment
L’A., muovendo dalla constatazione che, a fronte della complessità dei modelli organizzativi attualmente adottati, il concetto di impresa come entità economica non è più univoco come in passato, affronta il tema dell’adeguamento del diritto del lavoro, tradizionalmente costruito sulla concretezza monolitica delle fabbriche e delle linee di montaggio, alla c.d. metamorfosi dell’impresa, soffermandosi in particolare sulla regolamentazione dei processi di esternalizzazione contenuta nel d.lgs. n. 276/2003. L’A. analizza in primo luogo le modifiche apportate all’art. 2112 c.c., relativo alle tutele dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda e di ramo d’azienda, e sottolinea, dopo aver ricostruito i principali orientamenti di esegesi del medesimo art. 2112, come il testo novellato imponga in capo al cedente e al cessionario del ramo di azienda la precisa identificazione del ramo ceduto come articolazione funzionalmente autonoma. Anche questa specificazione, sottolinea l’A., deve, nel silenzio della norma, essere oggetto di comunicazione nei confronti delle OO.SS. ex art. 47 della l. n. 248/1990. L’A. estende quindi la sua riflessione agli altri istituti oggetto della riforma e si sofferma, in particolare, sulla fase di riacquisizione delle funzioni svolte dal ramo ceduto mediante contratto di appalto. Successivamente sono oggetto di specifica considerazione gli istituti del distacco e della somministrazione di manodopera attraverso una rassegna critica delle novità principali introdotte dal d.lgs. n. 276/2003. L’A. conclude nel senso che gli interventi operati dal d.lgs. n. 276/2003 in materia di trasferimento di ramo di azienda, appalto, somministrazione di lavoro e distacco, pur riconoscendo all’impresa una maggiore libertà di riorganizzazione produttiva, si concretizzano in una rimodulazione delle tutele a fronte del mutato concetto di impresa e compongono un sistema di regole idoneo a fornire adeguate garanzie di stabilità di lavoro.
© 2001-2024 Fundación Dialnet · Todos los derechos reservados