This paper examines the difficult course of reform introduced in recent years relating to employment services in Italy, the mechanisms for matching the supply and demand for labour, the various instruments utilised to implement reform, and the related employment services provided in the various normative systems. In particular, the authors focus on the reforms implemented since the late 1990s, as innovative measures rather than as attempts to demolish the previous system, and then make a number of observations on the outcome of the present reform measures. Three main strands of development are identified by the authors: the opening up to private operators, administrative decentralisation, and the design and implementation of active policies to combat long-term unemployment, in relation to the indications laid down of the European Court of Justice and the European Employment Strategy. In this connection the authors also consider forms of cooperation between public and private operators, with particular regard to the recent reform, and analyse the instruments laid down by it: accreditation, agency work as an instrument providing access to the labour market for disadvantaged individuals (in the original model and in the version redefined by sentence no. 50/2006 of the Constitutional Court) and the national employment information service. On the basis of the analysis proposed, the authors argue that there is no reason to be nostalgic about the past, while pointing to certain critical aspects of the reform implemented so far and proposing certain changes: the danger that a strongly decentralised structure might have a negative impact on the central structures; the inadequacy of certain provisions adopted in relation to minimum levels of service, the still embryonic state of cooperation between public and private services, and finally the definition of the role of the public operator, that should provide a back-up service for those whose needs cannot be met by private operators while also regulating the use of labour market shock absorbers, which it is hoped will be dealt with by future legislative reform.
Il contributo sviluppa il travagliato percorso di riforme succedutesi nel tempo con riferimento al sistema del collocamento in Italia, le modalità di incontro tra domanda ed offerta di lavoro, i diversi strumenti utilizzati per realizzarlo e i connessi servizi all’impiego previsti per il cittadino nei diversi modelli normativi. Gli AA. si concentrano, in particolare, sulle riforme intervenute a partire dalla fine degli anni Novanta come momenti evolutivi e non solo demolitori del sistema precedente per addivenire ad alcune osservazioni di merito relativamente all’epilogo attuale del processo riformatore. Gli AA. individuano, in particolare, tre direttrici di riforma – l’apertura del sistema agli operatori privati, il decentramento amministrativo e lo sviluppo di politiche attive contro la disoccupazione di lunga durata – contestualizzate rispetto alle indicazioni derivanti dagli orientamenti giurisprudenziali della Corte di Giustizia e dalla Strategia Europea per l’Occupazione. A fronte di questa analisi gli AA. considerano anche il problema delle forme di cooperazione tra operatore pubblico e privato, con particolare riguardo alla più recente riforma, e analizzano gli strumenti relativi da questa previsti: accreditamento, somministrazione come strumento di inserimento di soggetti “svantaggiati” – nel modello originario e nella evoluzione derivante dalla sentenza n. 50/2005 della Corte Costituzionale – e Borsa continua nazionale del lavoro. Dall’analisi condotta, gli AA., in una prospettiva affatto nostalgica del passato, rilevano alcuni nodi critici del tracciato riformatore relativamente ai quali formulano proposte per una ulteriore revisione: il pericolo che una struttura radicalmente decentrata possa sacrificare il ruolo delle strutture centrali, l’inadeguatezza della elaborazione relativa ai livelli minimi di servizio, lo stadio ancora “embrionale” del modello di cooperazione tra soggetti pubblici e privati e, infine, la definizione del ruolo stesso riservato all’operatore pubblico che dovrebbe essere, piuttosto, di “ultima istanza” rispetto all’agire dei privati e di controllo sul funzionamento degli ammortizzatori sociali con riferimento ai quali, infine, è auspicata una prossima riforma legislativa.
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