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Resumen de Esternalizzazioni del lavoro e valorizzazione del capitale umano: due modelli inconciliabili?

Michele Tiraboschi

  • English

    This paper analyses the system of regulation of outsourcing arising from the reform of the labour market in the light of the criticism put forward by a number of commentators that there is a limited interest on the part of enterprises to invest in human capital in cases in which labour relations are regulated by relations of a commercial nature and not through the traditional salaried employment contract. In this connection the regulation of outsourcing would appear to be inadequate from the point of view of enterprises and workers. The author deals with the problem of the assessment of outsourcing as a factor in the modern economy, in a perspective of organisational and managerial innovation associated with the use of labour, while reconstructing the relation, within the framework of competition between systems, between strategies for outsourcing labour relations and policies for improving human capital. From the point of view of legal regulation, the author underlines the fact that outsourcing processes are less and less often associated with irresponsible approaches to the management of human resources: this may be seen from the sharing of risks, powers, obligations and responsibilities relating to the utilisation of the salaried workforce between the employment agency and the user company. Against this backdrop the author examines the present legal framework by means of a comparison with the previous system. The system previously in force appears to be rigid in formal terms and ineffective at the level of application, and in this context the introduction of temporary labour, regulated on the basis of the classic system of “core and marginal” labour (with temporary work as a form of precarious and marginal labour permitted only in exceptional cases) managed to regulate only to a limited extent the use of largely unregulated temporary work and outsourcing. By means of an analysis of the conditions for the use of agency work and the protection of contract labour, the author concludes that the approach laid down in Legislative Decree No. 276/2003 is well suited to a model of contractual integration between undertakings, and that the overall regulatory framework for employment agency work arising from this provision should be seen as an opportunity for undertakings in the context of outsourcing, whereas for the employees there is a considerable improvement in the level of protection by bringing contract labour out of the hidden economy, with improvements also for those in parasubordinate employment, by means of an extension of joint and several liability to the user company for all forms of contract labour.

  • italiano

    L’A. analizza il sistema di regolamentazione dei fenomeni di esternalizzazione scaturito dalla riforma del mercato del lavoro alla luce della critica, mossa da alcuni commentatori, secondo cui vi sarebbe una scarsa propensione da parte delle imprese ad investire sul capitale umano ove i rapporti di lavoro risultino regolati per il tramite di relazioni di natura commerciale e non attraverso il tradizionale contratto di lavoro dipendente. A fronte di tale critica la disciplina delle esternalizzazioni sarebbe quindi inadeguata dal punto di vista delle imprese e dei lavoratori. L’A. affronta quindi il problema di una valutazione dei fenomeni di esternalizzazione come fattore di modernità, da un prospettiva di innovazione organizzativa e gestionale legata all’impiego del fattore lavoro e ricostruisce la relazione intercorrente, in una logica di competitività di sistema, tra strategie di esternalizzazione delle relazioni di lavoro e politiche di valorizzazione del capitale umano. Successivamente sottolinea, dal punto di vista della regolamentazione giuridica, che i fenomeni di esternalizzazione sempre meno frequentemente si risolvono in una deresponsabilizzazione nella gestione del personale: esemplificativo in questo senso appare il sistema di ripartizione dei rischi, dei poteri, degli obblighi e delle responsabilità connesse all’utilizzo di forza-lavoro dipendente fra somministratore e utilizzatore. A fronte di tali argomentazioni l’A. passa ad esaminare il quadro normativo attuale attraverso un confronto con quello previgente. Il quadro previgente appare rigido sul piano formale e ineffettivo sul piano della prassi applicativa, in questo contesto l’introduzione del lavoro temporaneo, regolato però sulla base della impostazione classica «centro – periferia» (come forma, quindi, di lavoro precaria e marginale da ammettere solo in casi eccezionali) era riuscito a regolare solo in minima parte forme sui generis e selvagge di esternalizzazione. Attraverso l’analisi delle condizioni di ricorso alla somministrazione di lavoro e della tutela del lavoro in appalto l’A. conclude nel senso di ritenere che l’impostazione accolta dal d.lgs. n. 276/2003 risulta piuttosto conforme ad un modello di integrazione contrattuale fra imprese e che il quadro complessivo di regolamentazione dei rapporti interpositori che ne deriva rappresenta per le imprese una opportunità in una logica di esternalizzazione mentre si ravvisa per i lavoratori anche un significativo innalzamento delle tutele dal punto di vista dell’emersione degli appalti di servizi e dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa e della estensione a tutti gli appalti della responsabilità solidale del committente.


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