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Resumen de Età e perdita dell’impiego: il quadro italiano

Francesco Basenghi

  • English

    This paper examines the characteristics of the Italian system with reference to the employment situation of older people, highlighting the factors contributing to the fact that among the European countries Italy is the farthest away from achieving the Community objective of an average of 50% of older people in employment. It is argued that the reasons for this gap include cultural factors, such as the assumption that there is a need for older workers to retire from the workforce in order to make way for younger people, with such assumptions being widely accepted by all those involved: unions, entrepreneurs, judges and even Parliament, which has repeatedly made provision for incentives for older workers to leave the labour market, including an exemption from the application of the limits on dismissals, together with early retirement and certain mobility schemes.

    However, it is noted that in recent legislation there has been a change of direction on the part of the legislator, with a view to planning for active ageing. In particular, mention is made of two recent reforms: first, the labour market reform, that has made provision for certain forms of employment contract that are particularly well suited to older workers, such as access-to-employment contracts and certain flexible working arrangements, and second, the reform of the pensions system, introducing an incentive to carry on working in the form of a bonus for workers who agree to postpone their retirement. The paper concludes by arguing that it would be desirable for the social partners to contribute to the implementation of these reforms and to provide a less fragmentary framework: the role of the social partners is considered to be essential, as many of the practices that need to be reconsidered are a consolidated part of collective agreements, such as automatic wage rises linked to seniority, with the high cost of the older worker being one of the main factors leading employers to replace older employees with younger ones.

  • italiano

    L’A. esamina le caratteristiche del sistema italiano con riferimento alla situazione occupazionale degli anziani, mettendo in evidenza i fattori ai quali si deve la collocazione dell’Italia tra i Paesi europei più lontani dal raggiungimento dell’obiettivo comunitario di un tasso medio di popolazione occupata in età anziana pari al 50%. Si sostiene che il motivo di tale ritardo risieda in consolidate opzioni culturali - come quella che vede nella liberazione degli spazi occupazionali da parte degli anziani una condizione necessaria per l’accesso al lavoro dei giovani - le quali hanno sempre trovato sponda tanto nell’opinione comune quanto negli operatori: sindacati, imprenditori, giudici e lo stesso legislatore, che ha ripetutamente allestito strumenti di incentivazione all’uscita degli anziani dal mercato, tra cui l’esenzione dall’applicazione della disciplina limitativa dei licenziamenti, i c.d. prepensionamenti e la “mobilità lunga”. L’A. tuttavia rinviene nella legislazione più recente i sintomi di un’inversione di tendenza da parte del legislatore, verso una logica di promozione dell’invecchiamento attivo. In particolare, sono poste in risalto due recenti riforme: quella del mercato del lavoro, che ha definito alcune figure contrattuali dedicate anche ai lavoratori anziani – come il contratto di inserimento o il lavoro accessorio – e quella delle pensioni, che ha introdotto un incentivo alla permanenza al lavoro sotto forma di bonus retributivo per i lavoratori che accettano di posticipare il pensionamento. L’A. conclude auspicando che, a dare seguito a questi interventi e costituire un quadro meno frammentario, contribuiscano le parti sociali, la cui azione è ritenuta imprescindibile trattandosi, spesso, di interventi su istituti ormai sedimentati nella contrattazione collettiva, tra gli altri, in particolare, il sistema degli automatismi retributivi legati all’anzianità di servizio, a fronte della constatazione che la riduzione del costo del lavoro costituisce un dei principali fattori che induce le imprese a sostituire la forza lavoro anziana con lavoratori giovani.


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