Questo articolo si propone di tracciare delle linee di ricerca e di interpretazione che permettano di includere le esperienze delle minoranze religiose nella discussione sull’affermazione della soggettività. Scopo della riflessione è intrecciare gli studi sempre più fecondi sulle interazioni tra gruppi in età moderna con l’indagine, altrettanto importante sui rapporti singoli/società, che, a sua volta, proprio grazie ai lavori sugli egodocuments sta producendo risultati di grande interesse. Da questo punto di vista, il caso romano offre spunti rilevanti tanto sul gruppo ebraico quanto su quello di provenienza islamica. Per il primo aspetto, l’autrice riflette sulle donazioni alle sinagoghe, che documentano la memoria dei fatti più importanti della vita degli ebrei offerenti attraverso i ricami sui tessuti preziosi e le dediche incise sugli argenti. Per il secondo, invece, si interroga sui percorsi biografici degli schiavi battezzati (in larga maggioranza neofiti dall’Islam) venuti a Roma per ottenere l’emancipazione.
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