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Il sogno di Clinnestra: mitologie della pena. Pensieri scettici su modernità e archeologia del punire

    1. [1] University of Milan

      University of Milan

      Milán, Italia

  • Localización: Rivista italiana di diritto e procedura penale, ISSN 0557-1391, Vol. 61, Nº 2, 2018, págs. 447-520
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Clymnestra's Dream: Mythologies of Punishment.Skeptical Thoughts on the Modernity and and Archeology of Punishing
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      Thìs essay focuses on the origins of penalties and the need for punishment, with the main purpose of at least explaining, if not justifying, the assumption whereby "punishment is a necessity". It builds on the premise that a theorization of punishment that is consistent with logics, rationality and empiricism, is an unproven theorem, due to the fact that the post-enlightenment theory fails to deliver a rational legitimization to the use of punishment. In order to become aware of the reasons why punishment is still necessary nowadays, the author investigates the origins, looking for the explanatory paradigm of the ancestral need for punishment in pre-modernism and pre-law eras. Such paradigm is identified in the avenging epitome, which is first found in mythology and in the literature, then in the ethno-anthropological "primitive" and finally in the strictly historical-legal domain. In conclusion, once he explains the survival of the irrational gene of punishment, unsurpassed even by abolitionist utopianism, the Author suggests a method for managing (or rather containing) it by entrusting it to the legai and judicial system

    • italiano

      Il saggio propone un'indagine sulle origini della penalità e del bisogno di pena, con l'intento di fornire all'assunto "la pena è necessaria" se non una giustificazione, quanto meno una spiegazione. Si muove dalla premessa che una teorizzazione della pena conforme a logica, razionalità ed empiria rappresenti un teorema indimostrato, non riuscendo in definitiva la teoresi post-illuministica a fornire una legittimazione razionale del ricorso alla pena. Per prendere dunque disincantata consapevolezza non del "perché punire", né del "perché è necessario punire", ma soltanto del "perché (ancora) si punisce", il saggio risale alle origini, ricercando nel pre-moderno — nel pre-diritto — il paradigma esplicativo dell'ancestrale "bisogno di punire". Tale modello esplicativo viene quindi identificato nel paradigma vendicatorio, rintracciato dapprima in ambito mitologico-letterario, poi etno-antropologico 'primitivo' e infine anche in quello prettamente storico-giuridico. In conclusione l'A., spiegata la sopravvivenza di tale gene irrazionale della pena, non obliterabile dall'utopismo abolizionista, ne propone un sistema di gestione (o meglio di contenimento) affidato ai Formanti legislativo e giudiziario


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