Il saggio individua una serie di rapporti tra le immagini del mito di Demetra e la poesia pascoliana. Rapporti che si instaurano nella sfera più nascosta della natura e si correlano ai simbolismi floreali della cultura greco-romana custoditi nello spazio immortale della madre terra, dove si annida il loro duplice statuto ontologico fra fecondità e dimensione infera. Le immagini mitiche, che attingono la loro massima espansione simbolica nel contesto della religione antica in costante dialogo con la poesia, si snodano, principalmente, nel Diario autunnale e nei Poemi conviviali, ma costituiscono anche un importante nucleo esegetico del dantismo pascoliano, laddove esso s’incentra sull’immagine femminile del mito di Matelda, identificata con Proserpina, nel solco di una tradizione iconologica che mantiene viva la potenzialità dei mitologemi bipolari incarnati dalla fanciulla divina e dislocati fra terra e cielo.
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