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Nuove Considerazioni a proposito del tempio di Giove Capitolino Castello

  • Autores: Francesco Paolo Arata
  • Localización: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité, ISSN 0223-5102, Vol. 122, Nº. 2, 2010 (Ejemplar dedicado a: Il nuovo museo del castello di Baia), págs. 585-624
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • Il riesame di tutte le fonti letterarie, figurate e documentarie relative al Tempio di Giove Capitolino, messe in relazione con i resti archeologici noti e quelli recentemente venuti alla luce all’interno del Palazzo dei Conservatori e del Giardino Caffarelli, ha motivato una rilettura complessiva del monumento antico e delle diverse sue fasi costruttive, dall’età arcaica a quelle dovute ai rovinosi incendi del 83 a.C., del 69 e dell’80 d.C. In particolare si è cercato di sostenere l’ipotesi delle dimensioni templari molto più ridotte rispetto alla visibile platea di fondazione in cappellaccio, sulla scorta di una diversa lettura del basilare passo di Dionisio di Alicarnasso e delle altre fonti, su considerazioni storiche, su una più attenta valutazione delle problematiche tecniche e architettoniche.

      Relativamente alla cruciale fase ricostruttiva di Q. Lutazio Catulo (69 a.C.) si propone di collocare in questo momento la trasformazione del tempio dalle arcaiche forme tuscaniche a quelle di peripteros sine postico, attraverso l’aggiunta di una nuova peristasi di colonne marmoree, inglobante l’impianto primitivo sostanzialmente rispettato.

      La grande platea di fondazione andrebbe quindi interpretata come il templum inaugurato, parzialmente occupato dalla aedes di Giove, potendosi forse identificare più estensivamente come l’area Capitolina nota dalle fonti.


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