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Un dialogo tra irriducibili: Tolstoj e lombrosismo a confronto

    1. [1] University of Milan

      University of Milan

      Milán, Italia

  • Localización: Acme : annali della Facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano, ISSN 0001-494X, Vol. 71, Nº. 1, 2018, págs. 79-96
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      The journey Cesare Lombroso made in 1897 to Moscow gave him the opportunity to observe closely a living proof of his theory concerning the link between genious mind and psychotic disorders: Lev Tolstoj. This article considers the russian writer from a “clinical” point of view, as Lombroso and his followers did, but involves an interesting trespass into literary studies field. From the pitiless review made by Max Nordau to more neutral witnesses, such as the memories of his daughter Tatiana, everything seems to confirm Lombroso’s diagnosis about Tolstoj: he was affected by a degenerative mental disease associated with epilepsy and this psychic alteration had an impact not only on his daily behaviour, but also on his literary production. At the same time, the report of this investigation disguised as a courtesy visit, let us see Lombroso’s theories with his patient eyes, since Tolstoj, through his works, left a trace of his strong aversion against the late nineteenth century science and law, embodied by the italian guest. On these premises, we are going to enlighten the reasons why they couldn’t understand each other, in order to explain the failure of the meeting that took place in Jasnaja Poljana

    • italiano

      Il viaggio a Mosca compiuto da Cesare Lombroso nel 1897 gli diede l’opportunità di osservare da vicino la prova vivente della sua teoria a proposito del legame tra genialità e disturbi psicotici: Lev Tolstoj. Questo articolo considera lo scrittore russo da un punto di vista “clinico”, così come fecero Lombroso e i suoi seguaci, ma implica un interessante sconfinamento nel campo degli studi letterari. Dalla spietata critica condotta da Max Nordau a testimonianze più neutrali, come il ricordo della figlia Tatiana, tutto sembra confermare la diagnosi formulata da Lombroso su Tolstoj: affetto da una malattia mentale degenerativa associata all’epilessia, questa alterazione psichica ebbe ripercussioni non solo sul comportamento quotidiano, ma anche sulla produzione letteraria del malato. Al tempo stesso, il resoconto di questa indagine camuffata da visita di cortesia, ci permette di guardare le teorie di Lombroso dalla prospettiva del paziente, dal momento che Tolstoj, attraverso le sue opere, ha lasciato una traccia della forte avversione nutrita contro la scienza e il diritto penale di fine secolo, incarnate dall’ospite italiano. Sulla base di queste premesse verranno messe in luce le ragioni per cui i due non riuscirono a capirsi, spiegando così il fallimento di quell’incontro svoltosi a Jasnaja Poljana.


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