Il romanzo "1934" consente di interpretare in modo diverso l'ultimo Moravia, che non può essere letto con le stesse categorie utili per i suoi titoli più celebri, riducendo tutta l'opera intorno allo spartiacque della "Noia". Il caso "1934" è significativo perché nel romanzo degli anni Ottanta si combina l'impostazione realistica con un romanzesco distopico. La storia dell'innamoramento di Lucio per Beate, sullo sfondo di una malinconica Anacapri, è vissuta dal protagonista nel tentativo di 'stabilizzare' la propria disperazione. L'impulso autodistruttivo individuale scorre in parallelo con quello storico del totalitarismo, a sua volta allusivo anche al terrorismo degli anni Settanta.
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