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Sul valore simbolico di Virgilio nella ‘Divina commedia’

  • Autores: Pier Angelo Perotti
  • Localización: Tenzone: revista de la Asociación Complutense de Dantología, ISSN 1576-9216, Nº. 14, 2013, págs. 123-145
  • Idioma: italiano
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  • Resumen
    • italiano

      Se il viaggio nell’aldilà di Enea ha soprattutto la funzione di esaltare Roma e il suo impero, e quello di S. Paolo di celebrare la Chiesa di Cristo, quello di Dante ha il duplice scopo – con una sorta di sintesi dei due viaggi precedenti – di glorificare entrambi, i ‘due soli’: l’Impero, rappresentato da Virgilio (uno dei suoi più grandi cantori) e la Chiesa, simboleggiata da Beatrice, che appunto guida il poeta alla visione di Dio. Virgilio non è dunque il simbolo della ragione – come sostenuto da non pochi studiosi –, ma del potere imperiale; e questa interpretazione giova anche a chiarire il senso di alcuni passi oscuri del ‘poema sacro’, per es. il ‘disdegno’ di Guido Cavalcanti, o il valore di Medusa che ‘impietra’.

    • English

      If Aeneas’s travel to the hereafter has above all the function to exalt Rome and its empire, and St. Paul’s to celebrate Christ’s Church, Dante’s travel has the twofold purpose – with a kind of synthesis of the two previous travels – to glorify both of them, the “two suns”: the Empire, represented by Virgil (one of its greatest bards) and the Church, symbolized by Beatrix, who indeed guides the poet to the vision of God. So Virgil is not the symbol of the reason – as asserted by several scholars –, but of the imperial power; and this interpretation is also useful to explain the meaning of some obscure passages of the “sacred poem”, for instance the “disdain” of Guido Cavalcanti, or the value of Medusa who “petrifies”.


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