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L’esperienza del programma Nuovi Committenti in Italia

  • Autores: Lisa Parola
  • Localización: On the W@terfront, ISSN-e 1139-7365, Vol. 55, Nº. 1, 2017 (Ejemplar dedicado a: Arquitectura y arte público en Italia después de 1945.II. De la "Ley del 2%" a las nuevas formas de arte público), págs. 62-70
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • The experience of the New Stakeholders Programme in Italy
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      This text is published in 20 years of a.titolo’s projects, one of the first italian curatorial collective oriented in the art in public sphere. The projects that we have curated since 1997 have allowed us to develop a methodology and a specific theoretical orientation that rethinking the experience and the practices of the ‘making in the common sphere’ and its infinite definitions in these decades. Medium among the most effective and visible in the promotion strategies of the national heritage, the art is in the last decadesincluded between the tourist and cultural policy of many public administra-tions. Invoked as architecture or urban design protheses, it is invited to move from the closed space of museums and galleries in the street, the square or the garden, maintaining unchanged its defini-tion. In the ‘city-enterprise’ the art is often delegated to the spectacle of the urban environment - in the logic of the big event - aimed at the formation of a “customer” forgetting his civic and cultural value. But if the city becomes the product, what it earns the local community involved in these new forms of public policy?

    • italiano

      Questo testo viene pubblicato a 20 anni di attività di a.titolo, uno dei primi collettivi curatoriali italiani orientato all’arte nella sfera pubblica. I progetti che abbiamo curato dal 1997 ad oggi ci hanno permesso di mettere a punto una metodologia e un orientamento teorico specifici che stanno ripensando il fare nel comune e le sue infinite declinazioni in questi decenni. Tra gli strumenti più efficaci e visibili nelle strategie di promozione del patrimonio nazionale infatti, l’arte si trova negli ultimi decenni inserita tra le politiche turistiche e culturali di un ampio numero di amministrazioni pubbliche. Chiamata in causa come protesi dell’architettura o del disegno urbano, è invitata a spostarsi dallo spazio chiuso dei musei e delle gallerie alla strada, alla piazza, al giardino, mantenendo intatta la sua definizione. Nella città-impresa all’arte è spesso delegata la “spettacolarizzazione” del contesto urbano – nella logica del grande evento – finalizzata alla formazione di una “clientela”, dimenticando il suo valore civico e culturale. Ma se la città diviene prodotto, cosa ci guadagna la comunità locale coinvolta in queste nuove forme della politica pubblica?


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